I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi.— Oscar Wilde
I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi.
Viene la voglia di definire l'uomo come un essere ragionevole che si indispettisce tutte le volte che gli è imposto di agire a seconda dei dettami della ragione.
Le sensazioni sono i dettagli che compongono la storia della nostra vita.
Essere anormale vuole spesso dire essere grande. Essere naturale vuol quasi sempre dire essere stupido.
La terra è un teatro, ma ha un repertorio deludente.
Ridere non è affatto un brutto modo per iniziare un'amicizia. Ed è tutt'altro che un brutto modo per concluderla.
Re e preti, nel condannare la dottrina del suicidio, hanno voluto assicurare la durata della nostra schiavitù. Intendono tenerci chiusi in una cella senza uscita, come quello scellerato della Commedia di Dante che fa murare la porta della prigione dove era rinchiuso lo sventurato Ugolino.
Rifiutando il concetto di schiavitù umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali.
Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Lo schiavo che ama la sua vita da schiavo ha una vita da schiavo?
Quello che tu chiami schiavo pensa che è nato come te, gode dello stesso cielo, respira la stessa aria, vive e muore, come viviamo e moriamo noi. Puoi vederlo libero cittadino ed egli può vederti schiavo.
Lo schiavo inizia col chiedere giustizia e finisce col volere portare una corona. A sua volta, deve dominare.
Lo schiavo non è chi ha la catena al piede, ma chi non riesce più a immaginare una vita in libertà.
Ogni schiavo reca nella sua mano il potere di sopprimere la sua cattività.
La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca sotto forma di lavoro liberamente salariato.
Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati.