Alla schiavitù più pulita è preferibile la morte più sozza.
A volte domandiamo insistentemente cose che rifiuteremmo se qualcuno ce le offrisse.
Entro i confini del mondo non vi può essere esilio di sorta: nulla infatti che si trovi in questo mondo è estraneo all'uomo.
Nessuno ha più gusto all'ingiuria di colui che è più vulnerabile ad essa, ma questo gusto è contagioso, e domani qualcun altro riderà di colui che oggi si prende gioco di me.
È vergognoso vivere di rapina, morire di rapina, invece, è bellissimo.
Non sempre la vita va conservata: il bene non consiste nel vivere, ma nel vivere bene.
Ogni schiavo reca nella sua mano il potere di sopprimere la sua cattività.
La vera schiavitù è la condanna all'astensione.
Re e preti, nel condannare la dottrina del suicidio, hanno voluto assicurare la durata della nostra schiavitù. Intendono tenerci chiusi in una cella senza uscita, come quello scellerato della Commedia di Dante che fa murare la porta della prigione dove era rinchiuso lo sventurato Ugolino.
Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Rifiutando il concetto di schiavitù umana si arriva, per onestà intellettuale, ad ammettere anche l'ingiustizia della schiavitù nei riguardi degli animali.
Non è una vergogna essere schiavi: è una vergogna avere schiavi.
Quello che tu chiami schiavo pensa che è nato come te, gode dello stesso cielo, respira la stessa aria, vive e muore, come viviamo e moriamo noi. Puoi vederlo libero cittadino ed egli può vederti schiavo.
Lo schiavo che ama la sua vita da schiavo ha una vita da schiavo?
Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati.