Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Con alcune persone manteniamo rapporti di verità. Con altre rapporti di menzogna. Questi ultimi non sono i meno duraturi.
Per l'uomo maturo, solo gli amori felici possono prolungare la giovinezza. Gli altri lo gettano di colpo nella vecchiaia.
Il più grande coraggio, è ancora il tenere gli occhi aperti sulla luce come sulla morte.
Quando non si ha carattere, bisogna pure darsi un metodo.
L'abisso che c'è fra la certezza che io ho della mia esistenza e il contenuto che tento di dare a questa sicurezza, non sarà mai colmato.
Re e preti, nel condannare la dottrina del suicidio, hanno voluto assicurare la durata della nostra schiavitù. Intendono tenerci chiusi in una cella senza uscita, come quello scellerato della Commedia di Dante che fa murare la porta della prigione dove era rinchiuso lo sventurato Ugolino.
Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo.
Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi.
La vera schiavitù è la condanna all'astensione.
La schiavitù non è altro che lo sfruttamento esercitato da alcuni sul forzato lavoro delle folle.
Alla schiavitù più pulita è preferibile la morte più sozza.
La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori.
Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro.
Lo schiavo non è chi ha la catena al piede, ma chi non riesce più a immaginare una vita in libertà.