Vent'anni d'amore rendono una donna simile a un rudere, ma vent'anni di matrimonio la rendono simile a un monumento pubblico.

Oscar Wilde
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La nostra interpretazione

L’aforisma mette a confronto, in modo ironico e amaro, due forme di legame affettivo di lunga durata: una storia d’amore e un matrimonio. Da un lato suggerisce che una lunga relazione sentimentale, vissuta intensamente ma senza le strutture sociali del matrimonio, può logorare profondamente una donna, consumandone energie, illusioni e freschezza interiore. Diventare simile a un rudere significa sentirsi svuotata, segnata dal tempo e dalle delusioni, come se le esperienze vissute avessero eroso qualcosa di essenziale. Dall’altro lato, una lunga unione matrimoniale è associata a un’altra forma di trasformazione: quella in monumento pubblico. Qui emerge l’idea che il matrimonio, specie in una prospettiva tradizionale, esponga la donna allo sguardo e al giudizio della società, trasformandola in simbolo, in istituzione, in oggetto di rispetto formale ma anche di immobilità. Il monumento viene ammirato, ma non vissuto, non amato intimamente; è fissato in una posa, privo di vita autentica. In entrambe le immagini si percepisce una critica al modo in cui le relazioni di lunga durata, soprattutto in contesti sociali rigidi, possono consumare, imprigionare o ridurre la vitalità personale. La donna appare così divisa tra l’essere devastata dall’intensità di un amore e l’essere cristallizzata nel ruolo che la società le impone all’interno del matrimonio, suggerendo una riflessione sul prezzo che spesso viene pagato per mantenere o prolungare certi legami affettivi.

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