La saggezza è il riconoscimento dei propri limiti.— Paul Tillich
La saggezza è il riconoscimento dei propri limiti.
La religione è il fatto di essere presi da un interesse ultimo.
Contro Pascal, io dico: il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe e il Dio dei filosofi è lo stesso Dio.
Essere religiosi significa interrogarsi appassionatamente sul senso della nostra vita ed essere aperti alle risposte, anche se esse ci scuotono in profondità.
"Dio" è la risposta alla domanda implicita nella finitezza dell'uomo; egli è il nome di ciò che interessa ultimamente l'uomo.
Il dubbio non è l'opposto della fede; è un elemento della fede.
I nemici della saggezza convenzionale non sono le idee ma la marcia degli eventi.
Non sai... che un bambino malamente istruito è più distante dall'essere saggio di uno non istruito affatto?
Gli errori dello stupido sono noti al mondo, ma non a lui. Gli errori del saggio sono noti a lui, ma non al mondo.
Ciò che il vecchio dice tutti lo reputano un parere assennato.
L'uomo saggio non è un utensile destinato a un solo uso.
Al termine di ogni esperienza non si diventa saggi si diventa esperti. Ma in che cosa?
Il vero bene, saggezza e virtù, non muore, è sicuro ed eterno; è l'unica cosa immortale che tocca ai mortali.
Certe volte sentiamo dire da un ignorante: "Questo me lo aspettavo"; il saggio si aspetta tutto; qualunque cosa gli capiti, dice: "Me l'aspettavo."
Arriva un momento nella storia in cui l'ignoranza non è più un'offesa che può essere perdonata, un momento in cui solo la saggezza ha il potere di assolvere.
Gli Umoristi dicono cose savie vestite di pazzia, e pazzie vestite di saviezza.