A chi tende a far male non mancheranno mai occasioni.— Publilio Siro
A chi tende a far male non mancheranno mai occasioni.
Bene visse colui che poté morire come volle.
Ahimè, che tristezza imparare a servire là dove hai imparato a comandare.
All'amore pone fine il tempo, non il cuore.
Non bisogna perdere occasione alcuna di stare all'allerta.
Commettere malvagità a favore del padrone è perfino considerato un merito.
La pia finzione secondo la quale il male non esiste lo rende soltanto vago, enorme e minaccioso.
Se varie cose che sarebbero potute andar male non l'hanno fatto, alla fine scoprirai che sarebbe stato meglio se l'avessero fatto.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo, una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.
Il bene è positivo. Il male è puramente privativo, non assoluto: è come il freddo, che è la privazione del caldo. Tutto il male non è che morte o non-entità. La benevolenza è assoluta e reale.
Non viene dall'esterno il nostro male: è dentro di noi, sta nelle stesse nostre viscere e, perciò, difficilmente possiamo guarire: ignoriamo di essere malati.
Non fate il male, e il male non esisterà.
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
Quando straripiamo sul male più che non appoggiamo sul bene, quella parte di noi che è sospesa sulla colpa finisce col vincere e precipita.
Possibile che non si possa vivere senza far male agli innocenti?
Ci sono mali dei quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi.