L'amore è forte come la morte; la gelosia è crudele come la tomba.
— Re Salomone
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La nostra interpretazione
L’amore viene descritto come una forza assoluta, impossibile da arginare o indebolire, paragonata a ciò che di più ineluttabile esiste nella vita umana: la morte. Questo parallelismo sottolinea la sua potenza, la capacità di travolgere la volontà, di trasformare le persone e di legarle in modo definitivo, come un destino a cui non ci si può sottrarre. Allo stesso tempo, la gelosia appare come il lato oscuro di questo legame, una forza ugualmente radicale ma orientata verso la distruzione e la sofferenza. Il riferimento alla tomba richiama un’idea di chiusura, di possesso totale, di volontà di trattenere l’altro fino ad annullarne la libertà.
In questa visione, l’amore autentico contiene in sé un potenziale di grandezza e di pericolo. Da un lato, offre un senso di pienezza, di dedizione totale, di unione che supera persino la paura della fine. Dall’altro, quando si contamina con il desiderio di controllo e con la paura di perdere l’altro, si trasforma in un vincolo opprimente che può soffocare chi ama e chi è amato. Il contrasto tra forza creatrice e crudeltà sepolcrale invita a riflettere sulla responsabilità individuale nel custodire la purezza del sentimento, distinguendo tra la passione che eleva e il possesso che consuma. L’intensità non basta a rendere l’amore sano: ciò che conta è l’orientamento interiore, se aperto alla libertà dell’altro o piegato al bisogno di dominarlo.
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