È la miseria il prezzo che paga chi è senza fantasia!
La sera del 24 dicembre 1974, al Folk Rosso, suonai per un solo spettatore. Il proprietario stava spegnendo le luci. Lo fermai: ho detto in casa che stasera lavoro, e voglio lavorare. Dopo di me, lo spettatore solitario ascoltò pure Venditti.
Chi fa sfoggio dell'orgoglio è fortunato se vivrà a lungo.
Non mi sono mai venduto. Anche se mi volevano comprare in tanti, e ricchi. Niente di male: inviti a casa, a cantare per gli amici. Ma io le trovavo offerte offensive. A Milano conosco meglio Quarto Oggiaro dei salotti.
Spesso non voto. Non ho stima di nessun politico, sono fermo ad Antonio Gramsci e a Luigi Einaudi.
La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla, ma costa poco, val quel che vale, e nessuno ti può più impedire di adoperarla.
L'erotismo e la fantasia entrarono nella mia vita con la forza di un tifone, infrangendo l'ordine noto delle cose.
I lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori.
Andavo di fantasia, e di ricordi, è quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti, non c'è più nient'altro. Un trucco da poveri, ma funziona sempre.
La fantasia è quella cosa che certe persone non riescono neanche a immaginare.
Solo la fantasia ci salva la vita.
La fantasia è un posto dove ci piove dentro.
L'unica salvezza deve esser cercata nella fantasia.
La più grande amica e la più grande nemica dell'uomo è la fantasia.
A volte mi nascondo dietro le mie pellicole di fantasia perché sono un rifugio molto comodo e piacevole.