Più desidero che qualcosa sia fatto, meno lo chiamo lavoro.— Richard Bach
Più desidero che qualcosa sia fatto, meno lo chiamo lavoro.
Alla fine, quelli che vincono sono coloro che pensano di poterlo fare.
La tua coscienza è il metro della schiettezza del tuo egoismo. Ascoltala attentamente.
Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del grande gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
Una distanza materiale non potrà mai separarci davvero dagli amici. Se anche solo desideri essere accanto a qualcuno che ami, ci sei già.
Non importa se si perde la partita, ma conta come la si perde e in che modo mutiamo noi a causa di questa sconfitta, e poi conta quel che ne ricaviamo, qualcosa che prima non avevamo e che potremo applicare ad altre partite. Perdere è in questo caso vincere.
Dopo una certa età, per amor proprio e per sagacia, sono le cose che più si desiderano quelle cui fingiamo di non tenere.
Ogni appagamento dei nostri desideri strappato al mondo è appena simile all'elemosina, che oggi tiene in vita il mendico perché domani ancor soffra la fame.
Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.
Chi accumula libri, accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant'anni.
Solo i desideri miserevoli, quelli superflui, quelli spudorati, vengono esauditi, mentre i grandi desideri degni di un uomo rimangono inesaudibili.
Non serve tanto il desiderio di credere quanto quello di scoprire, che è esattamente il suo opposto.
Se vuoi rendere ricca una persona, non devi aumentargli i beni, ma diminuirne i desideri.
Niente è così comune come il desiderio di essere eccezionale.
Non è difficile stancarsi di vivere. Difficile è stancarsi di desiderare.
Quel desiderio era smisurato, appunto perché senza speranza.