L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi.— Roberto Benigni
L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi.
O sei innamorato, o non lo sei. E' come la morte... o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto! Non c'è troppo amore, l'amore è lì, non si può andare oltre un certo limite e quando ci arrivi, a questo limite, è per l'eternità.
Il mistero svelato è svilito.
Se uno non corre qualche rischio per un'idea, o non vale niente l'idea o non vale niente lui.
Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.
Recitare è entrare nel personaggio e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre in questa similitudine.
Lo studio dei sogni può essere considerato come il metodo più sicuro per indagare sui processi psichici profondi.
I sogni portano successivamente a galla, nel corso del trattamento, i contenuti dell'inconscio per esporli alla forza disinfettante della luce del giorno, riscoprendo anche elementi importanti creduti perduti.
Chi s'interessa di sogni dovrà riconoscere come fenomeno comune, io penso, il fatto che essi testimoniano di nozioni e ricordi che riteniamo di non possedere durante la veglia.
C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia.
Il mero fatto di ricordare un sogno equivale a organizzarlo.
Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta.
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano.
Se potessi ti comprerei una casa grande enorme capace di contenere la tua anima e la riempirei con tutti i tuoi sogni grandi e piccoli.
Tutti hanno un paio di ali ma solo chi sogna impara a volare.
Chi sogna è staccato dal mondo della coscienza vigile.