Oriana Fallaci: la penna montata.— Roberto Gervaso
Oriana Fallaci: la penna montata.
La moralità di una donna consiste nel credere profondamente alle proprie menzogne.
La tristezza è la malinconia che ha perso la speranza.
Nessun imbecille è così imbecille da non capire l'utilità di unirsi ad altri imbecilli contro gli intelligenti.
Non c'è uomo che, vinto un attacco di stitichezza, non si senta più sicuro di sé.
L'ottimista ama la vita; il pessimista la conosce.
Forse per questo tanti giornalisti diventano arroganti e presuntuosi da vecchi: per le umiliazioni che hanno dovuto ingoiare all'inizio del mestiere.
Il prodigo è arrogante e l'avaro è meschino. È preferibile la meschinità all'arroganza.
La gioventù è insolente; lo è di diritto, di necessità. Deve affermarsi.
Ora sente il suo titolo pendergli addosso come la veste d'un gigante sul nano che l'ha rubata.
L'arroganza, la presunzione, il protagonismo, l'invidia: questi sono i difetti da cui occorre guardarsi.
La fame è insolente, dovrà essere saziata.
Quando la disciplina è basata sulla casualità e sul denaro, essa si tramuta sempre in arroganza da una parte, in invidia nascosta e in rabbia dall'altra.
Per qualcuno l'arroganza prende il posto della grandezza; la disumanità quello della fermezza; e la furberia quello dello spirito.
Questo è forse il sacrilegio più grave della nostra civiltà. Abbiamo creduto che per fare un tavolo sia sufficiente il legno.
Spesso un vicino che non ci è piaciuto per un'intera vita a causa della sua arroganza e presunzione lascia cadere un solo commento contenente un luogo comune che ci mostra un altro aspetto, un altro uomo; un uomo incerto, e perplesso, e nel buio come lo siamo noi.