La fotografia rende presente un evento passato.
Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l'altro. È come se avessi delle parole a mo' di dita, o delle dita sulla punta delle mie parole.
Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia.
Le parole non sono mai pazze... è la sintassi che è pazza.
Il soggetto umano è cambiato: l'intimità e la solitudine hanno perduto il loro valore, le qualità individuali sono divenute sempre più di tutti, il singolo ricerca la collettività, la moltitudine, spesso parossistica musica, l'espressione del noi invece che espressione dell'io.
Solo la montagna, la gola, il passo e il torrente possono accedere al pantheon del viaggio, indubbiamente nella misura in cui sembrano sorreggere una morale dello sforzo e della solitudine.
Non c'è passato né futuro in arte. Se un'opera d'arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tener conto.
Se il passato non può insegnare niente al presente, e il padre al figlio, allora la storia deve essere stanca di andare avanti e il mondo di sciupare una grande quantità di tempo.
Passato e presente si confondono nella mia mente per un fenomeno di sovrimpressione. Il malessere è dovuto a questo, probabilmente.
L'ora presente è in vano, non fa che percuotere e fugge.
Il presente è la sola conoscenza che serve.
Il presente non è un potenziale passato, è il momento della scelta e dell'azione.
Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo ed il futuro con l'attesa.
Vivo il presente, non ho ambizioni, è vero. Voglio solo vivere.
La passione tiene una persona sempre nel presente, cosicché il tempo diventa una serie di 'ora' che si escludono a vicenda.
La vita non è una gara ma un viaggio da assaporarsi in ogni suo passo lungo il percorso. Ieri è storia, domani è mistero e oggi è un dono: è perciò che lo chiamiamo - il Presente.