Il pensiero esprime l’idea che l’esistenza umana è composta da una successione di momenti, e che tra questi momenti si apre uno spazio apparentemente invisibile ma fondamentale: lo spazio dell’attesa. In quel varco sottile non c’è solo il passare del tempo, ma un continuo tendere verso qualcosa di migliore, un affidarsi al futuro. La speranza non è presentata come un evento isolato, ma come un movimento che chiama un’altra speranza, un filo ininterrotto che accompagna ogni passaggio della vita. In questa zona fragile eppure feconda trova posto l’amore, che si insinua nei tempi morti, nelle pause, negli intervalli in cui nulla è ancora definito. È proprio lì che la sensibilità si acuisce, che le persone sono più ricettive e disponibili ad accogliere sentimenti autentici. L’amore diventa così presenza discreta che dona senso all’attesa, riempie il vuoto tra un prima e un dopo e rende la vita meno meccanica, più viva e profondamente umana.