La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell'antichità classica.
Se mi desti t'ascolto, e ogni pausa è cielo in cui mi perdo, serenità d'alberi a chiaro della notte.
La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.
Dalla natura deforme la foglia simmetrica fugge, l'àncora più non la tiene. Già inverno, non inverno, fuma un falò presso il Naviglio.
Avidamente allargo la mia mano: dammi dolore cibo cotidiano.
Fatica d'amore, tristezza, tu chiami una vita che dentro, profonda, ha nomi di cieli e giardini. E fosse mia carne che dono di male trasforma.
Sembra che mai nulla si decida ad andare per il verso giusto finché siamo anche soltanto un poco rassegnati.
Bisogna dare per perduto quello che si vede bene è perduto.
Penso che la nostra società sia contrassegnata da molte perdite, dalla difficoltà di capire, a tutte le età e al di là di ciò che abbiamo conquistato, che cosa vogliamo veramente nella vita.
Ci si può rassegnare alla disperazione, ma anche ci si può disperare della rassegnazione.
Quanta rassegnazione nella saggezza.
Rifiutati di essere malato. Non dire mai alla gente che sei malato; non rassegnarti mai. La malattia è una di quelle cose che un uomo dovrebbe combattere al suo sorgere.
Quando tutto il resto fallisce, lascia perdere e vai in biblioteca.
Una persona annega in alto mare, una annega in un bicchier d'acqua. Ma entrambi muoiono.
La rassegnazione è la posizione più comoda di un infermo che si è rigirato a lungo tra i tormenti per poterla trovare, e così ha finito per stancarsi e, con la stanchezza, ha trovato anche la posizione.
Se uno ha davvero perso la speranza, non sarebbe così disposto a dirlo.
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