Avidamente allargo la mia mano: dammi dolore cibo cotidiano.
Autunno mansueto, io mi posseggo e piego alle tue acque a bermi il cielo, fuga soave d'alberi e d'abissi.
E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull'erba dura di ghiaccio, al lamento d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?
La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell'antichità classica.
E quel gettarmi alla terra, quel gridare alto il nome del silenzio, era dolcezza di sentirmi vivo.
Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.
Il dolore è il grido dall'allarme della natura. È l'avvertimento sommario del complesso psichico contro l'aggressione di un estraneo.
Spesso il piacere è un ospite passeggero, ma il dolore ci stringe in un crudele abbraccio.
E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà.
Tormento il più crudele d'ogni crudel tormento è il barbaro momento che in due divide un cor.
Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.
Nulla aveva consistenza, neppure il dolore.
Il dolore conduce all'amarezza, l'amarezza alla rabbia; viaggia troppo in questa direzione e perderai la via.
Il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore.
Il dolore allorché è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore.
Non quel che mangi, ma quel che non mangi fa bene alla tua salute, l'uria e l'altra.
Tu sei libero di mangiare!
Quando fai uno spuntino con un amico, non mangiare così tanto da restare incastrato nella porta quando cerchi di uscire.
L'appetito vien mangiando, la sete se ne va bevendo.
Avvezzatevi a mangiare d'ogni cosa se non volete divenire incresciosi alla famiglia. Chi fa delle esclusioni parecchie offende gli altri e il capo di casa, costretti a seguirlo per non raddoppiar le pietanze.
Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi.
Ecco com'è la vita. È un po' come la cucina, puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.
Mangiare poco, mangiare sano.
L'appetito vien mangiando, diceva Angest di Mans, ma la sete se ne va bevendo.
Si dice che l'appetito vien mangiando, ma a me sembra che venga digiunando.
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