La lingua è la veste del pensiero.
I miserabili non hanno compassione, fanno del bene solo su dei forti princìpi di dovere.
Nessun uomo può assaporare i frutti dell'autunno mentre si sta deliziando il suo olfatto coi fiori della primavera.
La vigliaccheria reciproca mantiene la pace.
Siamo inclini a credere in chi non conosciamo perché non ci ha mai ingannati.
Un secondo matrimonio è il trionfo della speranza sull'esperienza.
Le lingue sono sempre il termometro de' costumi, delle opinioni ec. delle nazioni e de' tempi, e seguono per natura l'andamento di questi.
Poiché la lingua è lo specchio del pensiero, indagare il preciso significato delle parole è mettere chiarezza nelle proprie idee.
La lingua batte dove la mente duole.
È segno non mediocre di amare la patria coltivare la favella materna: le nazioni si distinguono dalla lingua.
Una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno, è una lingua morta. Ma se si evolve e cambia troppo rapidamente, accettando dall'estero tutto, brillanti e spazzatura, rischia di perdere la sua individualità, e di morire per altra via.
La lingua, come la realtà, è vendicativa: o la pensi o sei pensato. E se sei pensato, sei fritto.
Che ci siano lingue diverse è il fatto più misterioso dell'umanità.
Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.
Il professore di lingue morte si suicidò per parlare le lingue che sapeva.
La correttezza della lingua è la premessa della chiarezza morale e dell'onestà.