Gli affamati ed i disoccupati sono il materiale con il quale si edificano le dittature.— Sandro Pertini
Gli affamati ed i disoccupati sono il materiale con il quale si edificano le dittature.
Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.
Bisogna che il governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il governo, questo è quello che deve fare il parlamento.
È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.
Questa democrazia l'abbiamo conquistata col sangue e la galera. Non possiamo correre il rischio di perdere la libertà per colpa di chi la usa per rubare.
Giovani, se voi volete vivere la vostra vita degnamente, fieramente, nella buona e nella cattiva sorte, fate che la vostra vita sia illuminata dalla luce di una nobile idea.
Dal che si vede che, dal fondo della miseria, gli agi e i piaceri della vita, in sé vani e caduchi, possono acquistare un valore spirituale vero e proprio.
La miseria mi fa più paura che la solitudine, perché quella è umiliazione e degrado, e questa è soltanto noia o tristezza.
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Là dove puoi vivere, puoi vivere bene. Così possa io là dove è donato e posto il mio giorno essere utile ai fratelli: possa sentire la voce del Signore se non nella magnificenza del creato, nella miseria che atterra e nella carità che redime.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.
La prova finale per un gentiluomo è il suo rispetto per coloro che non possono essere di alcuna possibile utilità per lui.
Il nazionalismo è l'unica consolazione dei popoli poveri.
Un ventre di un miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane.
La sensazione che provocano le casupole infime, sudice, infette, barcollanti tra rigagnoli e immondizie, è stranamente liberatrice: non c'è alcun tentativo di velare, di nascondere, di eludere la fondamentale sporcizia dell'esistere, la sua qualità escrementizia e torbida.
Grande pena è per il povero procurarsi quello che gli manca, e per il ricco grande fatica è custodire quello che gli avanza.