L'arte ha bisogno o di solitudine, o di miseria, o di passione. È un fiore di roccia che richiede il vento aspro e il terreno rude.
Che cosa è la morte per me? Un grado di più nella calma, e forse nel silenzio.
Quel fascino indefinito che in una donna è ciò che il profumo è per il fiore, ciò che il sapore è per il frutto: perché a un fiore non basta essere tale per essere bello, a un frutto per essere buono.
Entrando nel passato, dimentico il presente; avanzando libero e indipendente nella storia, non ricordo più che sono prigioniero.
Solo un uomo che ha sentito la disperazione finale è capace di sentire la beatitudine finale.
Fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all'uomo l'avvenire, tutta la saggezza umana consisterà in queste due parole: attendere e sperare!
Io non penso all'arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita.
L'arte si afferma, crea una nuova e più congrua realtà: sì certo, quella appunto dell'arte, che non si dà chi non sarebbe disposto a barattare contro un minuzzolo di quest'altra vile e spregiata.
L'arte, questo prolungamento della foresta delle vostre vene, che si effonde, fuori dal corpo, nell'infinito dello spazio e del tempo.
La felicità è un'opera d'arte. Trattatela con cura.
Alcuni artisti hanno un modo di vivere e un modo di fare arte, per me ne esiste uno solo.
L'arte non può mai uguagliare la ricchezza della natura.
L'arte è il concreto articolo di fede e aspettativa, la realizzazione di un mondo che altrimenti sarebbe poco più di un velo di inutile consapevolezza teso su un golfo di mistero.
Per lavorare, per creare serenamente un'opera, una grande opera, bisognerebbe non vedere nessuno, non interessarsi a nessuno, non amare nessuno, ma allora per quale ragione fare un'opera?
In verità l'arte rispecchia lo spettatore e non la vita.
Sistemate la vostra scrivania nell'angolo e tutte le volte che vi sedete lì a scrivere, ricordate a voi stessi perché non è al centro della stanza. La vita non è un supporto dell'arte. È il contrario.
Ventre affamato non sente ragione.
La miseria è una falce: miete in ogni nostra propensione ad avvicinarci all'altro e ci lascia vuoti, spogli di sentimenti, per darci la forza di tollerare tutto l'orrore presente.
Un ventre di un miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane.
La miseria è il vero copione della comicità. È già tragedia, perciò si ride.
Della miseria sua causa è l'avaro.
Nella povertà si confida nel favore della fortuna.
L'amore, il lavoro, la famiglia, la religione, l'arte, il patriottismo sono delle parole prive di senso per chi muore di fame.
L'arte è il miele immagazzinato dell'animo umano, raccolto sulle ali della miseria e del travaglio.
I miserabili non hanno compassione, fanno del bene solo su dei forti princìpi di dovere.
Sono io, però sono caposcuola e ho in mano la coppa del Quidditch! E per la miseriaccia, sono anche il capitano della squadra! Sto una favola!
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