La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame.
Dietro ogni articolo della carta costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi.
Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L'uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.
Questa democrazia l'abbiamo conquistata col sangue e la galera. Non possiamo correre il rischio di perdere la libertà per colpa di chi la usa per rubare.
Le dittature si presentano apparentemente più ordinate, nessun clamore si leva da esse. Ma è l'ordine delle galere e il silenzio dei cimiteri.
Un uomo di fede non può sfuggire ai sacrifici e deve pagar di persona. Altrimenti non è un uomo di fede.
La libertà esiste se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l'animo di servi.
Non solo dare, pure ricevere è segno di libertà e un uomo libero è chi sa confessare la propria debolezza e afferrare la mano offertagli.
Non c'è nessuna facile strada per la libertà.
La libertà è una condizione individuale. Se hai l'autorevolezza che ti deriva dall'esperienza del tuo lavoro, nessuno ti potrà mai accusare di essere fazioso o al servizio di qualcuno.
La vera caratteristica della libertà è l'indipendenza, mantenuta con la forza.
Per molti, libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.
L'italiano confonde facilmente la libertà con i propri comodi. Anzi, con i propri comodacci.
Solo l'uomo colto è libero.
Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere libertà.
La libertà è soltanto necessità compresa, e la sottomissione a questa dimensione più alta è identica alla vera libertà.
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