L'angoscia è la vertigine della libertà.— Kierkegaard
L'angoscia è la vertigine della libertà.
La fede comincia appunto là dove la ragione finisce.
Osare è perdere momentaneamente l'equilibrio. Non osare è perdersi.
L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza.
Il paganesimo aveva un dio per l'amore ma non per il matrimonio; il cristianesimo ha, oserei dire, un dio per il matrimonio ma non per l'amore.
Imparando momento per momento, a essere liberi nella mente e nel cuore, rendiamo possibile la felicità per ogni essere della terra.
La somma di libertà individuale che un popolo può conquistare e conservare dipende dal grado della sua maturità politica.
Ogni essere che viene al mondo cresce nella libertà e si atrofizza nella dipendenza.
La libertà non è un fine, è un mezzo per sviluppare le nostre forze.
Tra il forte e il debole, tra il ricco e il povero, tra il padrone e il servitore è la libertà che opprime, è la legge che affranca.
Non c'è un solo tipo di uomo. Ci sono tante perfezioni quanti sono gli uomini imperfetti. E mentre anche se costretto a chiedere la carità, un uomo può essere e rimanere libero, nessuno mai può essere libero se costretto a essere simile agli altri.
Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita.
Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere libertà.
Dare la libertà al mondo è una strana impresa piena di rischi. Dando la libertà in questo modo, la si toglie.
Perché la libertà sia una conquista solida, bisogna che abbia un contenuto sociale. Bisogna che affondi le sue radici in seno alla classe lavoratrice. Bisogna che effettui le riforme, che annulli le sperequazioni.