Di Roma amo i ristoranti, le chiese e il modo naturale degli italiani di vivere la religione.— Sean Connery
Di Roma amo i ristoranti, le chiese e il modo naturale degli italiani di vivere la religione.
La vita è così... normale, prima che accada qualcosa.
Sei l'esca più affascinante che abbia mai visto.
Se vuoi Capone devi fare così: se lui tira fuori il coltello, tu tiri fuori la pistola. Se lui manda uno dei tuoi all'ospedale, tu mandi uno dei suoi all'obitorio. È così che si fa la guerra a Chicago!
- Le donne vengono a letto con te se scrivi un libro? - Vengono a letto con te anche se scrivi un brutto libro!
Soltanto i perdenti dicono: farò del mio meglio. I vincenti invece riescono a fottersi Miss College.
Roma sta bruciando, e il problema non sono quelli che hanno appiccato il fuoco. Quelli sono irrecuperabili. Il problema siamo noi, tutti noi, che non facciamo niente, che manovriamo per restare ai margini delle fiamme.
Sole fecondo, che col carro ardente porti e nascondi il giorno, e nuovo e antico rinasci, nulla piú grande di Roma possa mai tu vedere!
Che i romani non temano di produr troppo, e rammentino ciò che inculcava il nostro Genovesi: che un popolo abbondante in grano, vigne ed olivi è da natura costituito creditore degli altri.
Una città che, partita da modestissimi inizi, è tanto cresciuta da essere ormai oppressa dalla sua stessa grandezza.
Roma, città fortunata, invincibile e eterna.
Quando sono arrivato a Roma sono rimasto molto impressionato da due cose: dal Colosseo e dalla cameriera della mia stanza d'albergo. Tutt'e due avevano una struttura incredibile.
Roma non è sporca è disordinata, e questo disordine spesso fa pensare che è sporca.
A Roma ci sono molte cose che nei primi giorni sorprendono, ma alle quali si fa poi l'abitudine. Non esiste città cattolica in cui ci si preoccupi meno della religione.
Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo.
Stolto, che volli coll'immobil fato Cozzar della gran Roma, onde ne porto Rotta la tempia, e il fianco insanguinato; Chè di Giuda il Leon non anco è morto; Ma vive e rugge, e il pelo arruffa e gli occhi.