Chi muore sereno come è nato ha conquistato la saggezza.— Lucio Anneo Seneca
Chi muore sereno come è nato ha conquistato la saggezza.
A che ci serve viaggiare, se non riusciamo ad evitare noi stessi?
Non c'è cosa tanto avversa in cui un animo giusto non sappia trovare qualche consolazione.
Le proprie forze non si apprendono se non sperimentandole.
Crediamo che la morte ci segua e, invece, ci ha preceduto e ci seguirà. Tutto quello che è stato prima di noi è morte; che importa se non cominci oppure finisci, quando il risultato in entrambi i casi è questo: non esistere.
La metà della vita la passiamo dormendo.
Nulla è uno spreco di tempo se usi saggiamente l'esperienza.
Tutta l'umana saggezza si compendia in due parole: aspetta e spera.
La vita la regge la fortuna, non la saggezza.
Il saggio sta in se stesso.
Non aveva saggezza, e l'unico modo di ottenerla era a spese della giovinezza: ma una volta saggio, non sarebbe stato più giovane.
Chi non è attraente a vent'anni, forte a trenta, ricco a quaranta, saggio a cinquanta, non sarà mai attraente, forte, ricco o saggio.
Anche l'uomo più miserabile è in grado di scoprire le debolezze del più degno, anche il più stupido è in grado di scoprire gli errori del più saggio.
Chi è saggio non parla mai di ciò che non può tramutare in azione.
Tra i mortali è più saggio pensar due volte.
Gli uomini saggi parlano perché hanno qualcosa da dire; gli sciocchi perché devono dire qualcosa.