L'inizio della salvezza è la conoscenza del peccato.
Uno solo è il bene, causa e fondamento della felicità: la fiducia in sé stessi.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo, una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.
I precetti sono come i semi: danno grossi risultati, eppure sono piccola cosa.
È una gran fatica avere tutti come amici; è sufficiente non avere nemici.
Si può capire il carattere di una persona dal modo in cui accoglie le lodi.
Tutto è peccato, ammesso che esso esista. È peccato soprattutto la teologia, perché usa il nome di Dio invano.
Alcuni si innalzano con il peccato, altri precipitano con la virtù.
Il peccato: inventato dagli uomini per meritare la pena di vivere, per non essere castigati senza perché.
A pentirsi c'è sempre tempo, a peccare no!
I fisici hanno conosciuto il peccato e questa è una conoscenza che non potranno perdere.
Ciò che per gli uomini è un peccato, per il diavolo è un motivo di risa.
I nostri peccati sono fabbricati in cielo per creare il nostro inferno, di cui evidentemente abbiamo bisogno.
E se fossimo solo il Suo peccato originale, l'infrazione, la mela che non doveva mangiare?
Tutti i peccati sono dei tentativi di colmare dei vuoti.
Ciò che viene denominato peccato è invece un elemento essenziale del progresso. Senza di esso il mondo ristagnerebbe, invecchierebbe, diventerebbe insipido.