Non è magnanimo chi è generoso con la roba altrui.
Senza un avversario la virtù marcisce.
Entro i confini del mondo non vi può essere esilio di sorta: nulla infatti che si trovi in questo mondo è estraneo all'uomo.
Ogni favore bisogna ricambiarlo con lo stesso spirito con cui è fatto, senza considerarne l'entità, ma la volontà che lo ha originato.
La virtù si rammollisce se non ha chi la contrasti, e solo quando dimostra quale peso può reggere rivela la sua grandezza e la sua forza.
Sgobba per fare di te stesso una persona notevole per un talento o per l'altro.
Nei migliori dei casi uno regala quello che gli piacerebbe per sé, ma di qualità lievemente inferiore.
La generosità si misura quando è più difficile.
Chi vive guidato dalla ragione si sforza, per quanto può, di ricambiare l'odio, l'ira, il dispregio, eccetera, di altri contro di lui, con l'amore, ossia con la generosità.
Bisogna essere giusti prima che generosi, come si hanno delle camicie prima di avere dei pizzi.
La generosità è sempre sacrificio di sé, ne è l'essenza.
Con la mancanza di collera si vinca la collera. Con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l'avarizia. Con la verità si vinca il menzognero.
Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.
Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.
Il povero non sa che la sua funzione nella vita è permetterci l'esercizio della generosità.