Bisogna porre al centro dell'annuncio cristiano il supremo mistero del suo fallimento.— Sergio Quinzio
Bisogna porre al centro dell'annuncio cristiano il supremo mistero del suo fallimento.
Ci si può rassegnare alla disperazione, ma anche ci si può disperare della rassegnazione.
Il nichilismo l'abbiamo già alle spalle, di fronte abbiamo il nulla.
Un uomo che ha fede è un uomo al quale è precluso il rimedio del suicidio.
I veri problemi sono quelli che non ammettono soluzioni.
Si vogliono risolvere le più spaventose lacerazioni e contraddizioni della storia sacra nello happy end universale.
- Mi sto sentendo un perfetto fallito! - Ehi! Non sei perfetto nemmeno come fallito!
Il fallimento è istruttivo. La persona che davvero pensa impara tanto dai suoi insuccessi quanto dai suoi successi.
La possibilità del fallimento dev'essere reale: l'insuccesso può e deve essere istruttivo, se non addirittura stimolante.
Se uno chiede il successo e si prepara per il fallimento, otterrà la situazione per la quale si è preparato.
Noi siamo impegnati in un gioco che non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto.
Tu manchi il 100 percento dei tiri che non fai.
Abbiamo quaranta milioni di ragioni per fallire, ma non una sola scusa.
L'importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire.
Gli unici a non fallire mai sono coloro che non provano mai.
Alla fine, le sole persone che falliscono sono quelle che non provano.