L'innocenza è veneranda, ma quanto lo è pure il pentimento!— Silvio Pellico
L'innocenza è veneranda, ma quanto lo è pure il pentimento!
Un giorno è presto passato, e quando la sera uno si mette a letto senza fame e senza acuti dolori, che importa se quel letto è piuttosto fra mura che si chiamino prigione, o fra mura che si chiamino casa o palazzo?
Non v'è dubbio che ogni condizione umana ha i suoi doveri. Quelli d'un infermo sono la pazienza, il coraggio e tutti gli sforzi per non essere inamabile a coloro che gli sono vicini.
Tutto ciò che impari, t'applica a impararlo con quanta più profondità è possibile. Gli studi superficiali producono troppo spesso uomini mediocri e presuntuosi.
La coscienza dell'uomo non ha riposo se non nella verità. Chi mente, se anche non viene scoperto, ha la punizione in sé medesimo, egli sente che tradisce un dovere e che si degrada.
Per credere è d'uopo voler credere.
Non ho mai vissuto per pentirmi delle cose che ho detto.
Ci si consola oggigiorno non con la penitenza, ma col divertimento. Il pentimento non è più di moda.
Tutti si pentono quando non serve più.
Molti vedono la virtù più nel pentimento dei falli commessi che nel fatto di evitarli.
L'inizio del pentimento è l'inizio di una nuova vita.
Il pentimento è il fermo proposito di non lasciare tracce la prossima volta.
Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatta eri felice.
Pentimento. Un sentimento che di rado turba la gente, almeno finché le cose non cominciano ad andare male.
Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto.