L'innocenza è veneranda, ma quanto lo è pure il pentimento!— Silvio Pellico
L'innocenza è veneranda, ma quanto lo è pure il pentimento!
Non v'è in terra virtù senza pianto.
Se Dio esiste, una conseguenza necessaria della sua giustizia è un'altra vita per l'uomo, che patì in un mondo così ingiusto.
La gratitudine è l'anima della religione, dell'amor filiale, dell'amore a quelli che ci amano, dell'amore alla società umana, dalla quale ci vengono tanta protezione e tante dolcezze.
Avviene in prigione come nel mondo. Quelli che pongono la lor saviezza nel fremere, nel lagnarsi, nel vilipendere, credono follia il compatire, l'amare, il consolarsi con belle fantasie che onorino l'umanità ed il suo Autore.
Un'anima umana, nell'età dell'innocenza, è sempre rispettabile.
Se ho fatto una sola cosa buona nella mia vita, me ne pento dal profondo del mio cuore.
Ciò che ci consola al giorno d'oggi non è il pentimento, ma il piacere. Il pentimento è completamente fuori moda.
Ci si consola oggigiorno non con la penitenza, ma col divertimento. Il pentimento non è più di moda.
L'inizio del pentimento è l'inizio di una nuova vita.
Tutti si pentono quando non serve più.
Il pentimento è il fermo proposito di non lasciare tracce la prossima volta.
Quando le cose sono ormai successe è inutile pentirsi.
Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto.
Pentimento. Un sentimento che di rado turba la gente, almeno finché le cose non cominciano ad andare male.