Ad Hollywood mi sono trovato sia bene sia male. Ho lavorato con grandi produttori come la Disney ed ho imparato molto, ma non mi capacito di quanti soldi sprecano.
Il segreto del successo di "Nuovo Cinema Paradiso" è dovuto al fatto che generazioni di persone in tutto il mondo ritengono la sala cinematografica un luogo di educazione.
Oggi tutto è cinema; l'unica cosa che praticamente cambia è dove e come lo si vede.
Il cinema è l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.
Il cinema non è un pezzo di vita, è un pezzo di torta.
Le corde della lira dei poeti moderni sono interminabili pellicole di celluloide.
Il cinema mi ha reso uno specialista del nulla. È l'onniscienza del regista: la specializzazione in nulla.
Ho sempre rifiutato le offerte teatrali, perché ritengo che il vero attore sia quello di teatro, che apre il palcoscenico e, se sbaglia una sillaba, viene buttato fuori dal pubblico. Nel cinema, al quarantesimo ciak, anche una scimmia riesce a far bene la scena.
Al cinema preferisco la televisione. Non è lontana dal bagno.
La morte non è che un'abolizione dello spazio e del tempo. Questo è anche il fine del cinema.
Io distinguo due tipi di successo: quello che ho avuto nello sport e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo leva nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film.
Non ci comprenderemo mai fra noi finché non avremo ridotto la nostra lingua a non più di sette parole.
Le menti ristrette si sono sempre scagliate contro ciò che non capiscono.
Il problema non siete (mai) voi: sono (sempre) loro.
Non c'è nulla che meglio si adatta a un'idea confusa d'una parola che non si capisce.
Non si dovrebbe parlare di Dio. Non conosciamo la sua lingua. L'Universo si manifesta e scompare senza parole, siamo noi a inventare una voce al suo terribile silenzio.
Alcune menti superiori non vengono riconosciute perché non vi sono standard con cui misurarle.
Non c'è base d'unione più comune di un'incomprensione reciproca.
La maggior parte delle liti amplifica un malinteso.
Se sei abbastanza lontano da qualcosa, ti sembra inspiegabile. Se ti avvicini, arrivi a un punto in cui ti sembra semplice. Ma se ti avvicini ancora, diventa inspiegabile di nuovo.
La nostra incapacità di riconoscere istintivamente le connessioni tra le nostre azioni e i problemi che ne risultano ci lascia totalmente aperti alla creazione di quei pericoli di cui poi ci lamentiamo.
Login in corso...