Un bel discorso non è mai bastato ad acquietare gli stomachi vuoti.— Stefan Zweig
Un bel discorso non è mai bastato ad acquietare gli stomachi vuoti.
Non è forse maledettamente facile credere di essere un grand'uomo se non si ha la minima idea dell'esistenza di un Rembrandt, di un Beethoven, di un Dante, di un Napoleone?
Tutto ciò che è limitato, definito, ci spinge a sostenere la prova e diventa la misura della nostra forza.
Ogni ombra è figlia della luce.
Non considero la nostra memoria come uno strumento che per caso conserva una cosa e per caso ne smarrisce un'altra, bensì come una forza che ordina con consapevolezza e cancella in maniera saggia.
La misteriosa attrazione del "gioco dei re", l'unico fra tutti i giochi che si sottragga sovranamente alla tirannia del caso e dia la palma della vittoria all'intelletto soltanto.
Non si possono nutrire gli affamati con delle statistiche.
Non è che non ci sia il rock in Italia, ci sono anche tantissimi gruppi, ma la maggior parte fa la fame perché non riesce ad emergere.
Io ho provato cosa vuol dire essere affamato, ma sono sempre andato dritto in un ristorante.
L'uomo viene ucciso più dal cibo che dalla spada, ma le istituzioni vengono uccise dal ridicolo.
Il pane col sale placherà bene lo stomaco ululante per la fame.
Non c'è più la morte rapida della malaria; ma la fame rende la vita insopportabile, il sovraffollamento diviene regola, la morte lenta per inedia minaccia tante vite di più.
Se solo fosse facile far sparire la fame strofinandosi la pancia come lo è masturbarsi.
Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo.
È difficile, o cittadini, discutere col ventre, che non ha orecchie.