Per chi ignora l'appetito il primo morso della fame è al contempo una sofferenza e un'illuminazione.— Muriel Barbery
Per chi ignora l'appetito il primo morso della fame è al contempo una sofferenza e un'illuminazione.
Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita.
Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse in fondo la vita umana è così: molta disperazione, ma con qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso.
La miseria è una falce: miete in ogni nostra propensione ad avvicinarci all'altro e ci lascia vuoti, spogli di sentimenti, per darci la forza di tollerare tutto l'orrore presente.
Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l'effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte.
Quando la malattia entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo, ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranza.
La carenza mondiale di cibo che affligge ben cinquecento milioni di bambini potrebbe essere risolta al costo di un solo giorno di guerra.
La fame fa buono anche il ferro, anche quello delle catene.
La guerra contro la fame è in realtà una guerra di liberazione dell'umanità intera.
Se non puoi nutrire un centinaio di persone, allora nutrine solo una.
Cane affamato non teme bastone.
Chi fa un paradiso del suo pane, della sua fame fa un inferno.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
La fame è ospite fissa nella casa dell'uomo pigro.
La fame non ha scrupoli.
Da ragazzino tornavo da scuola con una fame pazzesca, per questo le tagliatelle di mia madre erano le più buone del mondo. Avevo fame e quel cibo non toccava tanto il mio palato o il mio cervello, ma l'anima, la mia parte emozionale.