La vista di tutto ciò che è estremamente bello, in arte o in natura, richiama con la rapidità del fulmine il ricordo di chi si ama.

Stendhal
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La nostra interpretazione

Quando una persona è profondamente innamorata, ogni esperienza di bellezza diventa un ponte immediato verso il pensiero dell’amato. La contemplazione di un paesaggio grandioso, di un’opera d’arte perfetta o di un dettaglio naturale armonioso non rimane mai neutra: risveglia con forza un’associazione interiore, quasi involontaria. La mente, trafitta dallo stupore, corre a chi rappresenta il centro affettivo dell’esistenza, come se solo attraverso quella presenza la bellezza potesse compiersi pienamente. Il legame fra bellezza e amore diventa così istantaneo, rapido come un lampo. Non c’è bisogno di uno sforzo cosciente: la memoria affettiva scatta da sola. L’esperienza estetica si fonde con l’esperienza emotiva, fino a farle coincidere. Ciò che è estremamente bello, sia nella natura sia nell’arte, appare incompleto se non è condiviso, ricordato o immaginato insieme a chi si ama. In questo movimento fulmineo del pensiero si rivela l’intensità del sentimento: l’amato diviene la misura intima della bellezza stessa, il volto interiore che si sovrappone a tutto ciò che è sublime. La bellezza esterna non è più solo qualcosa da osservare, ma diventa un richiamo potente alla presenza dell’altro, un segno che il mondo, nella sua forma più alta, è inseparabile dal legame affettivo che lo illumina dall’interno.

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