Ci sono delle persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare.
La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso.
La luce, figlia primogenita di Dio, è una delle principali bellezze di un edificio.
Chi vuol navigare finché non sia passato ogni pericolo non deve mai prendere il mare.
Molti possono sopportare l'avversità, ma pochi tollerano il disprezzo.
Ignora le piccole offese: spariranno del tutto.
Se l'angoscia viene definita la coscienza di essere finiti, Dio lo dobbiamo chiamare il fondamento infinito del coraggio.
Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura.
Non sono mai tanto coraggioso come quando è necessaria la forza.
L'audacia è figlia dell'ignoranza.
Il coraggio è paura che ha avuto fortuna.
Chi manca di coraggio è esuberante d'astuzia.
L'uomo coraggioso è impavido quanto può esserlo un uomo. Temerà, dunque, anche le cose a misura d'uomo, ma vi farà fronte come si deve e come vuole la ragione, in vista del bello, perché questo è il fine della virtù.
Coraggio, il meglio è passato.
Molti sarebbero vigliacchi se ne avessero il coraggio.
Coraggio, soprattutto a livello individuale, è anche volontà civile e responsabile di non rassegnarsi all'incalzante degrado morale. E infine quella buona cosa che consiste nel saper pagare sulla propria pelle i propri errori: virtù assai rara oggigiorno ma per questo ancor più apprezzabile.
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