Chi è felice non si muove.
La malignità caro signore, è lo spirito della critica, e la critica è l'origine del progresso e della civiltà.
Le cause di ogni avvenimento assomigliano alle dune del mare: una è preposta sempre all'altra, e l'ultimo 'perché', presso il quale si potrebbe riposare, sta nell'infinito.
La felicità non sta nell'essere amati: questa è soltanto una soddisfazione di vanità mista a disgusto. La felicità è nell'amare.
Infatti l'uomo ama e onora l'uomo fino a che non è in grado di giudicarlo, e il desiderio è il frutto di una conoscenza incompleta.
La malignità è lo spirito della critica, e la critica è l'origine del progresso e della civiltà.
La felicità è un agguato. Si viene presi alla sprovvista e forse è meglio così.
Non smettete mai di sognare, non accontentatevi mai di quello che avete, di quello che siete... La pigra quotidianità nasconde la felicità, che spesso è a un passo dalle vostre possibilità.
È felice chi giudica rettamente. È felice chi è contento della sua condizione, qualsiasi essa sia, e gode di quello che ha. È felice chi affida alla ragione la condotta di tutta la sua vita.
È proibito non cercare la tua felicità, non vivere la tua vita pensando positivo, non pensare che possiamo solo migliorare, non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.
Non esiste felicità intelligente.
Considerando com'è il mondo, un giorno di felicità può dirsi quasi un miracolo.
La felicità vera è nel riposo e non nel trambusto.
La felicità è fatta di un niente che, nell'attimo in cui lo godiamo, ci sembra tutto.
Gli uomini, in fondo, sanno benissimo che la felicità è un sogno, e nulladimeno, non paghi di serbarne in cuore il desiderio e la speranza, vogliono di questa speranza e di questo desiderio fare un diritto.
La felicità dell'uomo dice: io voglio. La felicità della donna dice: egli vuole.