Continuo a considerarmi un attore di teatro.— Tony Shalhoub
Continuo a considerarmi un attore di teatro.
A me piace il cinema, mi affascina, mi attira proprio per il suo procedere frammentato, in sequenza. A teatro, in fondo, quando hai studiato bene il testo e hai armonizzato i tempi con gli altri attori della compagnia, la cosa in un certo senso fila via liscia, "va da sé".
Shakespeare non aveva dovuto svolgere a scuola dei temi in favore della virtù e contro il vizio. Dobbiamo a questa circostanza il tono sano e non affettato del suo teatro.
Ho avuto la critica più breve che sia mai stata pubblicata. Diceva: "Ieri sera al teatro è stato rappresentato "Domino". Perché?"
Non è il teatro ad avermi stancato, ma l'impegno.
Il cinema dovrebbe farti dimenticare che sei seduto su una poltrona di un teatro.
Due posti in piedi, per favore e se è possibile l'uno accanto all'altro.
Il teatro mi ha tenuto in vita e mi ha dato modo di applicarmi al mio talento.
Fare una scuola di teatro o di cinema, lavorare in tutti e due i settori, in entrambi gli spazi, è un arricchimento. Fa capire che il termine attore è comune ai due ambiti, ma le tecniche sono completamente diverse.
Se i greci realmente non davano alle donne il permesso di assistere agli spettacoli teatrali, fecero bene, almeno nei loro teatri si sarà potuto sentire qualche cosa.