Sì, la coscienza è uno specchio. Almeno stesse fermo. Più la fissi, invece, e più trema.
Se vuoi assaporare la tua virtù, pecca qualche volta.
La solidarietà è la forza dei deboli. La solitudine è la debolezza dei forti.
Forse l'esperienza giova a questo o a quell'uomo. All'umanità non giova niente.
È facile conquistarsi un poco di potere. Difficile è farselo perdonare.
Vecchio è chi più non desidera che, comunque, vivere. Di questi vecchi alcuni hanno solo vent'anni.
Non vi è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla.
Grave è il peso della propria coscienza.
La voce della coscienza è come uno di quei congegni d'allarme che scattano per ogni nonnulla e nessuno gli dà più retta.
Sei uno che sta a guardare? O uno che si mette all'opera? O uno che distoglie lo sguardo e si trae in disparte. Terzo caso di coscienza.
Non la coscienza degli uomini determina il loro essere, ma al contrario il loro essere sociale determina la loro coscienza.
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?
La coscienza è quella voce interiore che ci avverte della possibilità che qualcuno ci stia guardando.
Chi ascolta la propria coscienza trova una guida sicura e meno infallibile di tante opinioni.
Non esistono testimoni tanto terribili, né accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell'animo di ciascuno.
A volte, ahimè, la coscienza degli uomini si carica di un fardello tanto orribile che riusciamo a liberarcene solo nella tomba. Così l'essenza del crimine rimane avvolta nel mistero.
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