L'uomo non sa di essere felice, ma si sente felice.
Tra invidia e superbia c'è una sottile parentela dovuta al fatto che il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta viene superato non si rassegna, e l'effetto di questa non rassegnazione è l'invidia.
Se la vecchiaia non mostra più la sua vulnerabilità, dove reperire le ragioni della pietas, l'esigenza di sincerità, la richiesta di risposte sulle quali poggia la coesione sociale?
L'uomo è un prodotto di lotte intime e sociali, la cui soluzione provvisoria va cercata in quel dialogo infinito con gli altri, capace di allargare la sua visione del mondo, la cui angustia è la vera responsabile dell'acuirsi del dolore nell'insolubilità dei problemi.
Bisogna educare i giovani a essere se stessi, assolutamente se stessi. Questa è la forza d'animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la propria ombra.
Il tragico è l'elemento costitutivo dell'uomo.
Le conversazioni sarebbero enormemente migliorate dal costante uso di quattro semplici parole: Io non lo so.
Il grande vantaggio di essere su una rotaia è che quando si è su una rotaia, si sa esattamente dove ci si trova.
La modestia deriva o dal non conoscere il proprio valore o dal fingere di ignorarlo, vale a dire è o ignoranza, o ipocrisia. Nondimeno, siccome lusinga molto l'amor proprio degli altri, passa per una gran virtù.
Noi non diveniamo, noi siamo. Non sforzatevi di divenire. Siate.
Capì di avere perso qualcosa che non sarebbe mai tornato... tutto ciò che era stato prima, ora non contava più nulla.
Il dolore ci fa più grandi di quanto noi stessi avremmo voluto.
A me basterebbe essere sicuro che tu e io esistiamo in questo momento.
Neppure noi sapevamo d'essere al mondo.
Dovunque tu sia, siici per intero.
Pensa il pensiero che ti pensa a cui non hai mai pensato di pensare.