L'amore è soltanto un rifugio, la vera salvezza sta nella morte.
— Vannuccio Barbaro
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La nostra interpretazione
L’idea che emerge è quella di un amore visto come riparo provvisorio, fragile, quasi illusorio, rispetto a un dolore esistenziale molto più profondo. L’affetto, il legame con l’altro, il calore di una relazione vengono percepiti come un nascondiglio in cui sottrarsi per un momento alla durezza della vita, ma non come una soluzione definitiva. In questa prospettiva, il sentimento non basta a guarire le ferite interiori, non risponde alle domande più radicali sul senso dell’esistenza, non libera veramente dall’angoscia. L’ultima liberazione viene collocata altrove, in un luogo estremo: la fine della vita, vista come unica vera uscita dall’inquietudine, dalla sofferenza, dalle aspettative deluse. Si esprime così un pessimismo radicale, in cui perfino l’esperienza amorosa, solitamente caricata di speranza e promessa di compimento, appare come una pausa temporanea, un’illusione dolce ma destinata a dissolversi, mentre la morte assume il ruolo di unica forma di pace assoluta, definitiva e irreversibile.
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