Ma l'amore è qualcosa di emotivo, e qualunque cosa emotiva si oppone a quella vera e fredda ragione che ho posto sopra ogni cosa.
— Arthur Conan Doyle
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La nostra interpretazione
L’autore descrive un contrasto radicale tra il regno dei sentimenti e quello della razionalità pura. L’amore viene presentato come esperienza intrinsecamente emotiva, capace di coinvolgere e sconvolgere, ma per questo stesso motivo anche sospetta agli occhi di chi elegge la ragione a unica guida affidabile dell’esistenza. L’idea è che le emozioni, per loro natura, sfuggano al controllo, rendano vulnerabili e introducano elementi di caos in un sistema di pensiero che vorrebbe restare lucido, lineare e coerente. In questo quadro, l’amore non è rifiutato perché privo di valore, ma perché appare incompatibile con l’aspirazione a una logica fredda e superiore, immune da turbamenti. Il cuore, con le sue contraddizioni, viene visto come un potenziale pericolo per l’equilibrio dell’intelletto. Ne nasce una tensione interiore: da una parte il bisogno umano di sentire, dall’altra il desiderio di proteggersi attraverso la distanza analitica. Chi sceglie la ragione assoluta accetta il prezzo di una certa solitudine emotiva, rinunciando alla profondità e all’incertezza dell’amore per mantenere il dominio della mente su ogni cosa.
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