Amarsi è l'opera d'arte di due architetti dilettanti di nome Io che, sbagliando e correggendosi a vicenda, imparano a realizzare un progetto che prima non esisteva. Noi.

Massimo Gramellini
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La nostra interpretazione

Due individui, prima ancora di formare una coppia, sono come architetti inesperti che provano a dare forma a qualcosa che non esiste ancora. L’amore viene presentato come un processo creativo, un progetto che nasce dall’incontro di due identità distinte, ancora imperfette, che decidono di lavorare insieme. Non si tratta di un’opera già definita, ma di un percorso fatto di errori, tentativi, correzioni reciproche. In questo stare insieme, il centro non è la perfezione del singolo, bensì la costruzione di un “noi” che prende vita poco alla volta. L’immagine degli architetti dilettanti sottolinea la fragilità e l’inesperienza umana: nessuno nasce sapendo amare alla perfezione. Tuttavia, proprio la disponibilità a imparare, a riconoscere i propri limiti e a lasciarsi modificare dall’altro diventa la vera forza del legame. L’amore non è un’opera solitaria, ma una collaborazione in cui ognuno porta sé stesso e accetta di rivedere il proprio disegno iniziale. Nel tempo, dal confronto e dalla cura reciproca emerge una forma nuova di esistenza condivisa, qualcosa che non appartiene più solo ai singoli, ma li trascende e li custodisce: quel “noi” che è il risultato di un lavoro paziente, vulnerabile, ma profondamente autentico.

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