Sopportai il dolore concentrandomi che alla fine sarei stato 5 cm più vicino alle stelle.
Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente.
Nulla aveva consistenza, neppure il dolore.
Ogni dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro. E non basta un'eternità a cancellarlo.
Ho bevuto perché volevo annegare i miei dolori, ma ora queste cose dannate hanno imparato a nuotare.
Come non vedere che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?
Il dolore è il punto d'appoggio del piacere.
Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.
Ognuno dovrebbe rivendicare il diritto di esibire il proprio dolore.
Abbandona l'ira, trascura l'orgoglio, passa oltre ogni vincolo: nessun dolore tocca l'uomo distaccato da nome e forma, e che non possiede nulla.
Immaginare il bene ci rende soltanto più sensibili al male. Il dente crudele del dolore non fa mai soffrire tanto come quando rode la ferita e non la taglia di netto.
Le stelle sono buchi nel cielo da cui filtra la luce dell'infinito.
Nessuno guarda a cosa c'è davanti ai suoi piedi: tutti guardano alle stelle.
Le cose sono unite da legami invisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella.
La stella della sera, Messaggera d'amore.
Dubita che il sole si muova, dubita che le stelle sono fuoco.
Mi ero detto che una stella cadente era una stella che poteva essere bella ma per paura di brillare scappava il più lontano possibile. Un po' come me.
Nessuna tenebra dura per sempre. E anche nell'oscurità c'è sempre qualche stella.
Dio, non servono più le stelle: spegnile una a una. Smantella il sole e imballa la luna. Svuota l'oceano, sradica le piante. Ormai più nulla è importante.
Guardai in alto le risapute stelle: la lince, il cane minore, il toro, il cigno, il drago, tutto lo zoo fantastico del cielo. Dove gli astronomi videro forme animali collegando i punti, io leggevo le lettere dell'alfabeto ebraico.
I sogni sono come le stelle: le vedi brillare tutte quando le luci artificiali si spengono, eppure stavano lì anche prima. Eri tu a non vederle, per il troppo chiasso delle altre luci.
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