Colui che sostiene la sua follia con il martirio è un fanatico.
Il fanatismo è un mostro mille volte più pericoloso che l'ateismo filosofico.
Quando abbiamo perso tutto, inclusa la speranza, la vita diventa una disgrazia e la morte un dovere.
Quando s'intraprende una traduzione, occorre scegliere l'autore come si sceglierebbe un amico, ossia di gusto conforme al proprio.
La necessità di parlare, l'imbarazzo di non aver nulla da dire e la brama di mostrarsi persone di spirito sono tre cose capaci di rendere ridicolo anche l'uomo più grande.
La chiesa cattolica è "Una setta assurda, sanguinaria, sorretta da carnefici e circondata da roghi".
La superstizione trasforma la divinità in idolo, e l'idolatra è molto più pericoloso perché è un fanatico.
Con la ferma certezza che il male non proviene mai da Dio, infinitamente Buono, e radicati nella fede, professiamo che la crudeltà non può mai essere attribuita all'opera di Dio e, per di più, non deve assolutamente trovare nel suo Santo Nome alcuna giustificazione.
Bisogna che gli uomini, per meritare la tolleranza, comincino col non essere fanatici.
Una volta che il fanatismo ha incancrenito il cervello, la malattia è quasi incurabile.
Nato morto fu ignorato dalla stampa e non raggiunse nemmeno l'onore di suscitare il mormorio dei fanatici.
Il fanatico è sempre "l'altro", perché il proprio fanatismo è impossibile da riconoscere.
Fin dall'inizio gli uomini hanno usato il nome di Dio per giustificare l'ingiustificabile.
Da bambino ero cattolico praticante, poi mi sono reso conto che ogni fede comporta delle frange estreme, che ostracizzano i diversi. Per questo non voglio avere a che fare con la religione, la sua intolleranza, il male che produce, la sua superiorità.
Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee.
Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.