La storia non è che un quadro di delitti e sventure.— Voltaire
La storia non è che un quadro di delitti e sventure.
Viviamo in società. Per noi dunque niente è davvero buono se non è buono per la società.
Chi ha delle estasi, delle visioni, chi scambia i sogni per la realtà è un entusiasta. Chi sostiene la propria follia con l'omicidio è un fanatico.
Alla fine di quasi tutti i capitoli di metafisica dobbiamo mettere le due iniziali dei giudici romani quando non erano capaci di sbrogliare una causa. N.L., non liquet, non è chiaro.
Giudica un uomo dalle sue domande, piuttosto che dalle sue risposte.
Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza.
Uno de' più nobili ed opportuni esercizj della penna è sempre la storia.
I popoli felici non hanno storia. La storia è la scienza dell'infelicità degli uomini.
Nella storia e nella vita pare talvolta discernere una legge feroce, che suona "a chi ha sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto".
Ignorare quello che è avvenuto prima della nostra nascita equivale a rimanere sempre bambini.
Chi legge la storia, se non gli storici quando correggono le loro bozze?
Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.
La storia universale è un'alternanza di divastazioni e di lifting che ne spianano le cicatrici, protesi che compensano le mutilazioni, deodoranti spruzzati sul tanfo del sangue.
Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.
I tempi primitivi sono lirici, i tempi antichi sono epici, i tempi moderni sono drammatici.
La logica della storia è distruttiva come gli uomini che produce: e dovunque tende la sua forza di gravità, riproduce l'equivalente del male passato. Normale è la morte.