La storia non è che un quadro di delitti e sventure.
Chiunque sia sospettoso invita al tradimento.
Ci sono, tra noi, dei ciechi, dei guerci, degli strabici, dei presbiti, dei miopi, uomini dalla vista acuta o confusa, o debole o instancabile. Tutto questo è un'immagine abbastanza fedele del nostro intelletto.
Il senso comune non è così comune.
Odio le donne perché sanno sempre dove sono le cose.
Una burla che i vivi giuocano ai morti.
L'uomo non è del tutto colpevole, poiché non ha cominciato la storia; né del tutto innocente, poiché la continua.
La storia insegna che l'unico modo di rispondere alla violenza è la violenza. La sola soluzione possibile sarebbe quella di sostituire all'uso delle armi l'uso della parola.
Il fatto è che il processo storico non consiste nella soluzione di un ben definito set di problemi: nel processo storico la soluzione stessa d'un problema crea altri problemi.
Della nostra storia nulla vive se non raccontato (cantato).
Le storie migliori sono quelle che vengono tramandate, e accettate per quello che sono.
Nella storia della Champions c'è un solo club e un solo allenatore che erano sul tre a zero e hanno perso la finale.
Se da bambino mi fossi scritto una storia, la storia più bella che mi potessi immaginare, l'avrei scritta come effettivamente mi sta accadendo.
La memoria storica è conoscenza, è pietas, è ricerca dei significati e della loro gerarchia, e la sua perdita significa imbecillità.
La storia, si capisce, è tutta un'oscenità fin dal principio.