La storia non è che un quadro di delitti e sventure.
Il papa è un idolo a cui si legano le mani e si baciano i piedi.
Di tutte le religioni, la cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare maggiore tolleranza, sebbene, sino ad oggi, i cristiani si sian mostrati i più intolleranti degli uomini.
Non c'è avaro che non si riproponga di fare, un giorno, una spesa ingente; ma arriva la morte e fa realizzare i suoi progetti all'erede.
Lo amavo come si ama per la prima volta, con idolatria, con passione.
Odio le donne perché sanno sempre dove sono le cose.
La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete.
Della nostra storia nulla vive se non raccontato (cantato).
Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa.
Sono nella storia italiana il primo generale dei carabinieri che ha detto chiaro e netto al governo: una prefettura come prefettura, anche se di prima classe, non mi interessa. Mi interessa la lotta contro la Mafia, mi possono interessare i mezzi e i poteri per vincerla nell'interesse dello Stato.
La risposta tradizionale alla domanda "Chi possiede la storia?" è sempre stata "i vincitori", sebbene gli USA "possiedano" la storia della guerra vietnamita nonostante l'abbiano persa.
Nella storia contano anche i fatti non avvenuti.
Tutta la storia non è che una lunga ripetizione: un secolo plagia l'altro.
Il fascino della storia e della sua enigmatica lezione consiste nel fatto che, di secolo in secolo, non cambia nulla, eppure tutto è completamente diverso.
Ingannatrice beffarda dei suoi idolatri, la storia si rivela solo a chi la avversa, perfetto storico non può essere che l'antistoricista.
Il fatto è che il processo storico non consiste nella soluzione di un ben definito set di problemi: nel processo storico la soluzione stessa d'un problema crea altri problemi.