La Rete è una perdita di tempo, ed è giusto quello che c'è di buono a riguardo.— William Gibson
La Rete è una perdita di tempo, ed è giusto quello che c'è di buono a riguardo.
Ho evitato Internet ma solo fino a quando l'avvento del web non l'ha trasformata in una tale magnifica opportunità di perdere tempo da non poterle più resistere.
Non ho bisogno di scrivere in merito al futuro. Per la maggior parte delle persone, il presente è già abbastanza inquietante.
Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro.
Il futuro è già qui. Solo che non è ancora del tutto equamente distribuito.
Oggi la gente di uno stesso condominio non si conosce e, se si incontra in ascensore, non si parla. Poi su Facebook pubblica tutte le sue foto e racconta di tutto a tutto il mondo.
Google non ha nemmeno dieci anni di vita, ed è già nel cuore della nostra civiltà.
Wikipedia dice un sacco di cose sbagliate.
Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo "comunicazione" conferisce una certa aura.
Durante il mio mandato al Congresso degli Stati Uniti, ho preso l'iniziativa di creare Internet.
Internet sta diventando la piazza del villaggio globale del domani.
E' possibile creare più siti internet pagando una sola volta i diritti del dominio e lo spazio sul server.
La nostra rappresentazione sociale è sempre più affidata a informazioni sparse in una molteplicità di banche dati, e ai «profili» che su questa base vengono costruiti, alle simulazioni che permettono.
Internet, Facebook e Twitter hanno creato comunicazioni di massa e spazi sociali che il regime non può controllare.
Come persona virtuale non deve preoccuparsi dell'allungamento della propria vita. Quando è stata creata aveva 25 anni e due anni dopo ha ancora 25 anni.