È difficile essere allo stesso tempo uno scrittore e un gentiluomo.
La pioggia cadeva nello stesso modo sul giusto e sul malvagio; e per nessuno esisteva un perché.
La gente ha sempre bisogno di mangiare, di bere e di divertirsi. Perciò si va a colpo sicuro quando si impiega il proprio denaro in ciò che il pubblico ritiene indispensabile.
Quando uno non riesce in nessun'altra cosa, di solito si mette a scrivere.
È sempre difficile discorrere con un ubriaco; inutile negarlo, chi non ha bevuto si trova in uno stato d'inferiorità.
In vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi.
Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.
Uno scrittore impegnato non è come uno scrittore solenne.
Lo scrittore è colui che dà importanza alle inezie.
Gli scrittori dovrebbero scrivere i libri come se dovessero essere decapitati il giorno che l'hanno finito.
Uno scrittore è un uomo che con una musica gentile si tira vicino un lettore poi gli appiccica una frustata in faccia e questa frustata è salutare perché o fracassa una menzogna convenzionale o schianta in due un pregiudizio...
Una delle più diffuse ingenuità consiste nel ritenere che a furia di scrivere si possa diventare scrittori.
Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell'opera: è proprio per non volerverlo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell'opera.
Lo scrittore moderno è colui che accetta la sfida della realtà che lo circonda, e rinuncia alla dolce finzione dell'idillio campestre.
Com'è intelligente quello scrittore quando dice ciò che io ho pensato per tutta la vita.
Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente. Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe. Le sentenze devono essere vette: e coloro ai quali si parla devono essere grandi e di alta statura.