La speranza, al contrario di quello che si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi.
Un capo, una persona, significano un padrone e milioni di schiavi.
Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
Il genio è una salute, uno stile superiore, un buon umore, ma al culmine di una lacerazione.
La verità, come la luce, acceca. La menzogna invece è un bel crepuscolo, che mette in risalto tutti gli oggetti.
L'autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.
La filosofia nasce come istanza critica, non accettazione dell'ovvio, non rassegnazione a quello che oggi va di moda chiamare sano realismo.
Io, quando so di poter cambiare le cose, divento attiva come un ciclone. E, quasi sempre, riesco a cambiarle. Ma, quando so di non poterci far nulla, mi rassegno.
Bisogna dare per perduto quello che si vede bene è perduto.
Non vi scoraggiate, ci sta sempre rimedio. E se no, quando muore quello che fa i fazzoletti, non ci possiamo più soffiare il naso?
Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata.
La rassegnazione è la posizione più comoda di un infermo che si è rigirato a lungo tra i tormenti per poterla trovare, e così ha finito per stancarsi e, con la stanchezza, ha trovato anche la posizione.
Averle perse tutte, le speranze, gli dette la stessa pace che averle tutte intatte.
La Juventus è come una malattia che uno si trascina dall'infanzia. Alla lunga ci si rassegna.
La rassegnazione della vigilia ha sempre preparato quella dell'indomani.
Seneca, alla domanda. "Qual è il miglior conforto nell'afflizione e nel dolore?" risponde: "Che l'uomo accolga ogni cosa come se l'avesse richiesta e desiderata".
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