I preti ci hanno insegnato tutto, la socializzazione, l'equilibrio tra il bene e il male, il piacere del perdono dopo uno strappo alle regole.
Nei miei film io mi limito a riflettere le inquietudini di tutti noi, il pessimismo dilagante.
Anche la Chiesa può peccare di esibizionismo, di leggerezza, come quando è ossessionata dal problema di catturare il consenso dei giovani.
Non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea in casa.
La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto.
La mia comicità non è mai stata astratta, gratuita. L'ho sempre ricalcata sulla realtà del momento.
Se io incontrassi un sacerdote ed un Angelo, saluterei prima il sacerdote e poi l'Angelo.
Lassate predicar i preti*pazzi, c'hanno troppe bugie e poco vero.
A che serve un prete se non a dare speranza?
Il fenomeno della insaziabile tendenza pretina al solo godimento dei beni materiali è cosa a tutti nota, mentre pur tutti sanno egualmente che per il resto del mondo, cioè per chi non è prete, essi predicano e millantano i beni spirituali d'una vita avvenire colla gloria del paradiso!
Il prete è l'assassino dell'anima poiché in tutti i tempi egli ha fomentato l'ignoranza e perseguito la scienza.
Il sacerdote mi pare la figura più indicata a parlare della morte: lui sa che non è un argomento di disperazione.
Nel mondo intero sarà possibile la fratellanza umana ove sia liberato dai preti.
Il prete è come un bagarino all'ingresso del paradiso.
I preti si consolano di non essere sposati quando ascoltano le confessioni delle donne.
Io sono circondato da preti che ripetono incessantemente che il loro regno non è in questo mondo, eppure allungano le mani su tutto quello che possono prendere.
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