Vuoi vedere che Nerone non era così matto, e forse era meglio bruciarla?— Alberto Sordi
Vuoi vedere che Nerone non era così matto, e forse era meglio bruciarla?
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Nei miei film io mi limito a riflettere le inquietudini di tutti noi, il pessimismo dilagante.
Non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea in casa.
Se il mondo fosse come lo presenta un certo cinema d'oggi, sarebbe un incredibile bordello.
Io sono nero di amore, né fanciullo né usignolo, tutto intero come un fiore, desidero senza desiderio.
Non ti lascerò sola in questo bianco e nero.
Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno.
Vedevo la mia immagine sfumata e poco nitida riflessa nel vetro nero. Proprio come mi sentivo io.
Il bianco è anche una specie di nero.
Grembiule nero e fiocco azzurro: per un bambino milanista il primo giorno di scuola è un trauma.
Non ci si può convincere che Dio, il quale è un essere molto saggio, abbia posto un'anima, e soprattutto un'anima buona, in un corpo tanto nero.
Come un nulla senza possibilità, un nulla morto dopo la morte del sole, come un silenzio eterno senza avvenire, risuona interiormente il nero.
Un matematico è un cieco in una stanza buia che cerca un gatto nero che non è lì.
E l'uomo nero forse è qui perché ci vuol mangiare non vedo la forchetta ma il coltello può bastare.