Sono tanti i nomi che hanno fatto grande l'arte della musica: Verdi, Rossini, Nerone, Bach, Offenbach, Wagner, Offenwagner e Toscanini, l'inventore dei sigari piccoli.
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L'importante non è vincere ma ritirare il premio.
Correva l'anno 1600 berlinetta: dissero che in Australia era primavera e tornavano i boomerang.
Il cervello di ognuno di noi è come un giardino senza panchine: difficile è riposare, e facile che qualcuno faccia pipì sui nostri sogni.
L'estate era alle porte e mia sorella alla finestra.
E l'amicizia fa camminare l'uomo a testa alta. Certo che può essere esagerato farlo sempre, perché prima o poi camminando così si sbatte contro qualcosa.Tutte le frasi, le citazioni, gli aforismi di Alessandro Bergonzoni
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Tra i monti viola dorme Napoli bianco vestita, Ischia sul mare fluttua Come nube purpurea; La neve tra i crepacci Sta come studio candido di cigni; Il nero Vesuvio leva il capo Cinto di rossi riccioli.
Detesto il razzismo perché io considero come una cosa barbara sia che provenga da un uomo nero o da un bianco.
Come un nulla senza possibilità, un nulla morto dopo la morte del sole, come un silenzio eterno senza avvenire, risuona interiormente il nero.
Volevo Duma. Volevo il nero golfo e la sommessa conversazione delle conchiglie sotto di me.
Qui ci troviamo dietro uno specchio a due facce. Il bianco è nero. E il nero è bianco.
Nella libertà ci sono le costrizioni, come una galassia per essere tale deve avere il buco nero.
C'erano fondamentalmente tre generi di accordi: il bianco, del tutto legale; il nero ‐ del tutto illegale ‐ e il mio colore preferito, il grigio. A volte facevo accordi così contorti che mi era difficile capire chi era in buona fede.
Allo svegliarvi la mattina consultate ciò che più si confà al vostro stomaco; se non lo sentite del tutto libero limitatevi ad una tazza di caffè nero, e se la fate precedere da mezzo bicchier d'acqua frammista a caffè servirà meglio a sbarazzarvi dai residui di una imperfetta digestione.
Mi piaceva il cartone animato "Il tulipano nero" e quando ho iniziato a praticare il fioretto a sei anni, mi sentivo a metà strada tra il manga e la realtà, come quasi tutti i bambini che sognano di vincere il primo duello.
Vedevo la mia immagine sfumata e poco nitida riflessa nel vetro nero. Proprio come mi sentivo io.