L'amore non è per raggiungere la felicità, che quella è fuggevole e a cercare di procurarsela scappa sempre, ma l'amore è per raggiungere la gioia di vivere, che non c'entra con la felicità ma con la vita.
— Alessandro D'Avenia
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come una forza che non ha a che fare con la ricerca ansiosa della felicità, intesa come stato emotivo passeggero e sfuggente. La felicità viene descritta come qualcosa che si allontana proprio nel momento in cui la si insegue, un obiettivo che, se trasformato in scopo principale, finisce per deludere. L’amore, invece, apre a una dimensione più stabile e profonda: la gioia di vivere. Non è un’emozione momentanea, ma un modo di stare al mondo, una qualità del rapporto con la vita stessa. Amare significa accettare luci e ombre dell’esistenza, riconoscere valore anche nella fatica, nel dolore, nella perdita. In questo modo la vita non viene misurata solo dai momenti piacevoli, ma dalla pienezza con cui viene vissuta. L’amore, quindi, non è uno strumento per ottenere qualcosa, ma una postura interiore che rende ogni esperienza, anche le più difficili, parte di un senso più grande e duraturo. La gioia che ne deriva non dipende da circostanze favorevoli, bensì dalla profondità del legame con sé stessi, con gli altri e con il mondo. Così l’amore smette di essere un mezzo per sentirsi felici e diventa il modo più autentico di abitare la propria vita, radicando nel quotidiano una gioia che non scappa, perché non è un premio, ma una scelta continua.
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