Epitaffio del suicida: veni vidi fugi.— Alessandro Morandotti
Epitaffio del suicida: veni vidi fugi.
Per gran parte dell'umanità, divino è tutto ciò che non trova spiegazione.
È facile fare domande difficili. Difficile è dare risposte facili.
L'occhio vede tutto. Salvo sé stesso.
L'amore è un'astrazione alla perenne ricerca di una corposità.
Probabilmente il mondo è stato fatto rotondo perché destinato ad andare a rotoli.
Una volta sposati, non rimane niente, neppure il suicidio, ma soltanto l'essere buono.
Coloro che decidono per il suicidio sono uomini che hanno perduto la loro immagine, che hanno incontrato uno specchio in frantumi, che non possono più riconoscersi in nulla. Sono stati spogliati della loro stessa immagine.
Il solo crimine perfetto è il suicidio. Perché è unico e senza appello, al contrario dell'omicidio che deve ripetersi senza fine. Poiché realizza la confusione ideale tra il carnefice e la vittima.
Si tratta di suicidio!
Chi si accorcia di vent'anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
Le ore prima di un suicidio sono fatte di enorme presunzione ed egocentrismo.
Non è affatto per caso che gli uomini che avrebbero delle ragioni per suicidarsi si incontrano in più grande numero nelle professioni liberali, industriali e commercianti, e nei grandi gruppi urbani più che negli altri.
Suicidarsi! Ma si passa la vita a farlo!
Suicida: un tipo troppo impaziente.