L'uso della ragione più diffuso è di non farne uso.— Alessandro Morandotti
L'uso della ragione più diffuso è di non farne uso.
Ogni scelta implica una rinuncia.
Sull'ingratitudine si pensa che tutto sia stato detto. Finché non la si sperimenta in proprio.
L'uomo possiede la capacità di distinguere tra bene e male e la facoltà di non tenerne conto.
Una ricca biblioteca può servire a mascherare una cultura povera.
Amare tutta l'umanità può riuscire più facile del tollerare una sola persona.
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto è un dio che è morto.
La nostra ragione ci rende qualche volta infelici come le nostre passioni; e si può dire che l'uomo, quando si trova in queste condizioni, è un malato avvelenato dal suo stesso medico.
Hanno tutti ragione. È in base a questo principio elementare che prospera il benessere e il conto corrente.
L'amore può ancora sperare quando la ragione è senza speranza.
I limiti della ragione sfuggono anche alla ragione. Come le sue possibilità.
Non mi sento obbligato a credere che lo stesso Dio che ci ha dotato di sensi, ragione ed intelletto abbia inteso permetterci di rinunciare al loro utilizzo.
L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione.
La ragione masticò una maledizione che il cuore ancora non si sentiva di condividere.
A volte, l'unico modo di avere ragione sta nel perderla.
Non avete mai ragione o torto perché gli altri sono d'accordo con voi. Avete ragione perché i vostri dati sono esatti e il vostro ragionamento è corretto.